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CONTRADA BIOCLIMATICA A LANA DI MERANO

CONTRADA BIOCLIMATICA A LANA DI MERANO
  • Anno 1984-1988
  • Luogo e Area Climatica Loc. Santa Agata, LANA, MERANO, Provincia Autonoma di Bolzano, lat 46° 67’ N – Clima Temperato Freddo
  • Progetto Architettonico: SERGIO LOS Università IUAV di Venezia

  • Collaborazioni: coordinamento e DDLL: SYNERGIA progetti, NATASHA PULITZER; Studio L. VATTAI, L. BARDELLE, Bolzano.

  • La progettazione esecutiva e la DDLL dell'insediamento residenziale bioclimatico dimostrativo sono effet-tuate per conto del PFE 2 (CNR-ENEA) nell'ambito dell'attività svolta per l'Agenzia Internazionale dell'Energia - IEA - Task VIII , responsabile Sergio Los, Università IUAV di Venezia.
    Lana esemplifica il progetto multi-scala dell'isolato solare del quale è una parte, per formare un tessuto urbano compatto congruente con la sostenibilità. Il sistema insediativo è stato sviluppato mediante un progetto partecipato molto intenso e articolato.La soluzione progettuale così ottenuta è stato realizzata in parte con una cooperativa e in parte con un investimento immobiliare da parte dell'impresa di costruzioni, inoltre l'intervento è stato monitorato dal PFE 2 nell'ambito della IEA, sia negli edifici che nello spazio urbano. È infatti una ricerca progettuale sulla climatizzazione dello spazio urbano, dell'architettura civica.

    Alla fine emergono tre dimensioni relativamente autonome dell'architettura che contraddistinguono il ca-rattere multi-scala del progetto di Lana: lo spazio urbano definito e climatizzato, gli edifici caratterizzati da un sistema compositivo sensibile all'identità culturale della tradizione architettonica locale e gli interni for-temente personalizzati e curati direttamente dagli abitanti.
    La contrada bio-climatica multiscala di Lana, quindi gli edifici e la piazza, presuppone una scelta delle tecniche costruttive che renda l'involucro un fattore di climatizzazione. L'esigenza della massa nelle murature per temperare in estate e d'inverno le oscillazioni di temperatura, indirizza verso una costruzione che intreccia legno e muratura secondo un magistero presente nell'edificare locale che il progetto ha voluto riprendere. La volontà di estendere l'apparire delle caratteristiche energetiche dell'edificio (dei suoi contenuti ambientali) dall'ingegnere meccanico, che ne calcola l'impianto o il funzionamento energetico, anche alle altre persone non professionali, pone problemi di comunicazione che non era necessario affrontare per risolvere problemi sostanzialmente strumentali. L'architettura non può essere una specie di scatola nera che emette prestazioni strumentali, ma non comunica con i suoi abitanti. Penso anzi che l'architettura cominci proprio dalla comunicazione.

    Anche gli animali costruiscono e di sicuro le costruzioni degli ingegneri sono molto più efficaci di quelle degli animali ma si offrono all'uso nello stesso modo strumentale, per facilitare comportamenti non per renderli consapevoli. Questo impegno porta a disegnare le facciate meridionali come porticate per esem-plificare tipi di prospetto aperti al sole, diversamente da quelle settentrionali che esemplificano tipi di pro-spetto protettivi. I porticati presentano colonne in legno disegnate in modo da evitare i danni delle precipitazioni atmosferiche e del sole, trattate per durare prevenendo i danni delle tensioni indotte dalle oscillazioni stagionali e diurne di temperatura.