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AREA MICHELIN

Progetto elaborato per il concorso dell’Area Michelin – Trento, non presentato

AREA MICHELIN
  • Anno 2000
  • Luogo e Area Climatica Area Michelin Trento, Provincia Autonoma di Trento, - Lat 46°.4’N, Alt 194m sml, gg 3001, clima temperato freddo
  • Progetto Architettonico: SERGIO LOS con PIETRO LOS

  • Collaborazioni: SYNERGIA, PAOLO BERTOTTI, TORU SHODA

  • L'amministrazione comunale di Trento, dopo avere deciso la riqualificazione dell'area dismessa occupata dallo stabilimento della Michelin a Trento, situata lungo la riva sinistra dell'Adige adiacente al rinascimentale Palazzo delle Albere, divisa dal centro della città per l'interposta linea ferroviaria, cede la proprietà alla società "Iniziative Urbane", che decide di indire un concorso di idee riservato a progettisti trentini per consultarli sul progetto di ristrutturazione dell'area. Il progetto svolto con l'architetto trentino Paolo Bertotti non è stato consegnato in tempo.
    Successivamente la società ha deciso di incaricare Renzo Piano. Il contesto è dunque un'area situata tra la città consolidata e il fiume, attraversata da due infrastrutture di traffico rilevante: la linea ferroviaria e la tangenziale. La vicinanza del Palazzo delle Albere col suo giardino circostante pone anche il problema della continuità con la dimensione monumentale storica della città, essa vincola il progetto nella scelta di un sistema compositivo che rispetti tale contesto. L'area presenta una forma allungata con l'asse maggiore in direzione nord-sud, il fiume e la tangenziale la delimitano a occidente, la linea ferroviaria a oriente. Il luogo pone due questioni: la continuità col tessuto compatto della città storica e la sua possibilità di riavvicinarsi al fiume dopo che negli anni recenti gli aveva voltato le spalle. La buona radiazione solare presente nei mesi invernali suggerisce una climatizzazione naturale che risparmi energia e riduca l'inquinamento.

    Il progetto persegue finalità contrastanti con quelle che hanno indirizzato il progetto Piano, volevamo che la città si affacciasse sul fiume e non che ne fosse isolata da una interposta fascia verde, volevamo che il tessuto fosse fisicamente (mediante sottopassi) e formalmente connesso alla città storica proponendo un tessuto a isolati con affaccio prevalente delle facciate est-ovest, volevamo evitare contrasti tra formalismi moderni e architettura storica presente nella città e contraddistinta da una speciale attenzione al clima locale. I disegni evidenziano queste intenzioni e mostrano le modalità con cui le abbiamo perseguite. Gli isolati quasi ortogonali presentano due reti duali di architettura civica pedonale e veicolare, con la rete pedonale che sovra passa la tangenziale per raggiungere gli edifici che porspettano sull'adige. Il verde invece è ampiamente distribuito sia all'interno degli isolati che lungo i percorsi pedonali e intorno al Palazzo delle Albere sul quale si apre il tessuto urbano proposto.
    Definita la rete di spazi urbani come architettura civica, integrata a quella della città esistente, il progetto non distingue attraverso le specializzazioni funzionali i vari edifici. Esso lascia che siano le risposte, che avvengono nel tempo, a stabilire le corrette destinazioni d'uso, relativamente mutevoli. In questo tessuto sono previste tre grandi famiglie tipologiche, difficilmente convertibili una nell'altra, i tipi cellulari (abitazioni, uffici, ospedali, ecc.), i tipi "hall" (auditorium, chiese, teatri, ecc.) e i tipi a piastra (fabbriche, centri commerciali, gallerie, fiere, ecc.).

    BUILDING – Sono state anche eseguite le simulazioni delle varie prestazioni e studiati gli effetti dell'intervento nel ciclo di vita dell'edificio. La scelta delle tecniche costruttive mira a ridurre l'energia incorporata nei materiali, nei componenti edilizi e quella impiegata nel processo edificatorio. La costruzione in muratura con solai in latero-cemento e legno presenta vantaggi rispetto alle tecnologie dell'acciaio e del vetro. Questa scelta consente di realizzare un involucro massivo che presenta una buona inerzia termica adatta al clima temperato di Trento. La scelta di utilizzare tecniche costruttive tradizionali sia nei materiali e componenti edilizi strutturali che nell'involucro esterno che prospetta sulla città, permette di adottare componenti innovativi per l'involucro interno correlato agli arredi e anche per tutte le reti impiantistiche di cui è dotato il sistema. Per consentire che le manutenzioni e le eventuali riparazioni e sostituzioni possano avvenire senza reciproche interferenze, questi quattro componenti del sistema sono stati resi il più possibile autonomi. Questo facilita anche la gestione dei problemi energetici, comprendenti la razionalizzazione energetica dei processi costruttivi, quella della gestione e manutenzione e anche quella della dismissione dell'edificio, che prevede il riuso di gran parte dei materiali, dei semilavorati e dei componenti, ma anche la eliminazione di tutto quello che non si può riusare senza problemi di inquinamento.