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“IL PONTE DELLE SIGNORE” A BIELLA

10 donne coinvolte nella ricostruzione del “ponte delle signore” distrutto dall’alluvione del 2002

“IL PONTE DELLE SIGNORE” A BIELLA
  • Anno 2004
  • Luogo e Area Climatica Archivio Pria, Proprietà Azario, Biella, Regione Piemonte, Lat 45° 33’ N, Alt 420 m slm, gg 2589 - clima temperato continentale
  • Progetto Architettonico: NATASHA F. PULITZER con SERGIO LOS;

  • Collaborazioni: SYNERGIA: PAOLO BERTOTTI; A.SAETTA, Università di Padova, C.Melotti e M.Rini ; Realizzazione del plastico in legno di Paulownia: ANNA CLAUDIA CHEMELLO;

  • Per chi arriva alla Fabbrica Pria la prima impressione che colpisce è data dall'intensità emotiva che sembra scatenata da "presenze" fortissime evocate dal torrente Cervo e dalla sconcertante situazione irrisolta che ne traspare. Il tema del ponte incorpora, d'altra parte, tutti quegli ingredienti simbolici e formali che potrebbero contribuire a modificare questa condizione di instabilità.

    L'idea progettuale è maturata pensando questo ponte dall'interno invece che, come solitamente si fa, frontalmente; si è così immediatamente rivelata la sua natura tridimensionale, come parte di un sistema complesso di percorsi che si estendono alla scala del territorio. Aprire "una breccia" nei fabbricati che si affacciano con eccessiva imponenza sulle due sponde - connettendo oriente e occidente - è stata un'azione liberatoria che ha consentito finalmente di far fluire luce, aria, energia e spiritualità fra le due sponde. La configurazione di questo ponte bipartito, originariamente in pietra, che connetteva le lavorazioni tra le due sponde vuole, appunto, esprimere una nuova leggerezza, mettere ordine e ri-proporzionare la dimensione incombente dei fronti d'acqua.

    Su questo contesto si sviluppa il nuovo ponte, per assolvere un ruolo urbano e rappresentare la meta di un viaggio, un luogo dove ritrovare antiche leggende e miti, riscattare il periodo industriale e ripristinare la flora e la fauna locale, rilanciare una cultura molto antica che si proietta in un futuro sostenibile. Dunque un ponte coperto, un edificio ponte pensato anche come serra, con piante, fiori, profumi, effetti luminosi, il ponte dei sensi, della percezione e dei molteplici significati storici e simbolici. Un sistema di celle fotovoltaiche incorporate nella copertura per illuminarlo con energia alternativa, prodotta dall'attenta osservazione ecologica delle risorse energetiche (il sole, l'acqua) presenti.

    Questo progetto interpretando le indicazioni del Piano per il parco fluviale dell'alto Cervo, un piano raffinato, ricco di evocazioni e memorie, utilizza una personale metodologia usata in alcuni studi svolti sul Museo dei Luoghi nel territorio della pedemontana veneta nell'ambito del FAI. Dal sistema dei percorsi, incentrati sulla proprietà Azario, il progetto sviluppa itinerari potenziali che valorizzano una caratteristica peculiare di Biella (definita dallo Spina "città a due piani"): una tridimensionalità urbana capace di generare soluzioni per superare la forte pendenza del torrente Cervo. Come si può osservare nella sezione, il percorso natura che discende dal Santuario di Oropa, entra nella fabbrica attraverso il "Teatro della Luce" e, dopo essersi affacciato sul torrente Cervo, raggiunge il piano principale del ponte a quota 4.50 dall'alveo; da qui si offrono vari possibili percorsi: ridiscendendo due livelli si raggiunge l'antica chiesetta "della Maddalena" oppure, spostandosi verso il centro del ponte, si ridiscende per smontare alla base del primo arco della struttura bipartita, su alcune pietre affioranti il torrente. Ritornati di nuovo sul ponte, e invitati a soffermarsi al centro per osservare il paesaggio, si prosegue l'attraversamento del torrente, per raggiungere i locali della sponda opposta e discendere in profondità, sotto al livello del torrente, per scoprire l'invaso dove ai tempi del funzionamento della manifattura, l'acqua del Cervo veniva incanalata, per azionare il mulino che produceva l'energia meccanica richiesta dalle apparecchiature per la tessitura. Uscendo dal complesso della Pria, si può fermarsi al ristorante oppure avviarsi lungo il percorso natura che prosegue in riva sinistra e, attraversato il ponte della Maddalena, raggiungere la Fondazione Pistoletto.