Questo sito completamente ristrutturato racconta mezzo secolo di ricerche architettoniche, comprendenti molti contributi originali, progettuali e teorici, intrapresi da Sergio Los e ripresi anche dai suoi collaboratori. Recuperando la capacità conoscitiva dell'architettura, egli ha potuto vedere in una nuova luce la situazione problematica in cui viveva, le questioni che dagli anni sessanta assillano l'umanità responsabile, e proporre a tali questioni risposte innovative, lontane dalla dicotomia ingegneria-estetica, correntemente praticata dalla moderna cultura architettonica. Qualcuno le eludeva come questioni lontane dall'architettura, altri per affrontarle la abbandonavano.I progetti proposti sono dunque "testi di risposta", composti nel sistema architettonico, a tutte quelle questioni che dalla rivelazione della crisi civica e ambientale degli anni sessanta hanno caratterizzato cinquant'anni di vita dello studio alla ricerca della sostenibilità. I progetti vanno perciò "letti", non valutati esteticamente o, in alternativa, ingegneristicamente. A molte di quelle risposte, che lo studio ha elaborato architettonicamente, non è neanche possibile associare verifiche computazionali delle prestazioni, mancando programmi capaci di effettuarle. |
civiche e ambientali che li riguardano. Se la loro bellezza aiuta a comunicarne l'identità non se sono genericamente belli.In fondo, la crisi energetica, la fine del petrolio facile e la totale sfiducia nel nucleare sono la nostra fortuna: evidenziano l'urgenza di trovare un altro modo, alternativo, di abitare questo pianeta: quello attuale è letteralmente insostenibile. La progettazione capace di risolvere 'per forma' i problemi del luogo e dell'istituzione è l'Architettura Bioclimatica Regionale. La sua intelligenza nel moltiplicare le potenzialità abitative del sito adeguandole all'istituzione che intende abitarlo, (congruente con l'agricoltura bioclimatica sensibile alle potenzialità colturali del luogo che trasforma restaurando l'ecosistema) fa comprendere che non bastano tecnologie internazionali, istantanee, individuali, a risolvere le questioni locali, storiche, civiche poste da ogni edificio. (per un approfondimento del concetto si richiama il testo in allegato) Mettendosi al posto di un committente/utente, il visitatore che pensa a un'architettura si riferirà a qualche istituzione e a un certo luogo. Abbiamo distinto le istituzioni in: MICRO-CITTÀ, intendendo evidenziare un aspetto particolarmente attuale, che consiste nel generare sistemi sostenibili complessi, che perseguono elevati livelli di autonomia economica, energetica e materiale (vedi allegato); ISTITUZIONI CIVICHE che riguardano la progettazione di piazze e strade intese come "stanze a cielo aperto"; rientrano in questa categoria anche i Piani Urbanistici che lo studio considera caratterizzati dai tipi di architettura civica reticolare, le reti di spazi urbani condivisi delle città, piuttosto che da zone e infrastrutture; ISTITUZIONI CULTURALI che insieme alle ISTITUZIONI EDUCATIVE, interessano i progetti degli edifici pubblici che formano parte degli spazi civici, su cui si affacciano le ISTITUZIONI ABITATIVE e quelle ISTITUZIONI RICETTIVE, che sono destinate all'abitare temporaneo, infine le ISTITUZIONI PRODUTTIVE cui afferiscono complessi edilizi più o meno articolati, ai quali lo studio dedica particolare attenzione per l'impatto ambientale che spesso li contraddistingue. |