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SILICAWOOD HOUSE FOR A BETTER LIVING CHALLENGE - CAPE TOWN

Concorso internazionale

SILICAWOOD HOUSE FOR A BETTER LIVING CHALLENGE - CAPE TOWN
  • Anno 2014
  • Luogo e Area Climatica Cape Town, Philippi's neighborhood, lat 33° sud; Clima Temperato Mediterraneo
  • Sergio Losprof. arch. Università Iuav di Venezia
    Natasha F. Pulitzer - arch. Synergia Progetti

  • Applicant: BBUILDING srl company (Italy)
    Development: Beppe Bonelli, Marco Rostagno
    Project manager: Roberto Pane
    Designers: Cherry Hutton Squire, Chiara Dal Molin
    Engineering: Massimo Tonon, Alessandro Zanchettin
    Security: Federico Segato

  • Questo progetto di concorso internazionale (Los, Pulitzer, "Better Living Challenges", 2014) che abbiamo sviluppato per Cape Town in Sud Africa, doveva assolvere a un impegno di Mandela per riqualificare alcuni esistenti shacks e shanty towns e dare case ai loro abitanti. La nostra proposta invece di immaginare la costruzione delle case, da assegnare a questi poveri abitanti, che avrebbero dovuto poi trovare un lavoro, per poter comperare quanto necessario a sopravvivervi, parte dalla formazione di un gruppo che costruisce le case e un altro gruppo che produce gli alimenti necessari ai costruttori, ai quali verranno assegnate le prime case disponibili. In questo modo si costruiscono anche le relazioni civiche a rendere cittadini i loro abitanti, così capaci pure di discutere il governo della città oltre che di parteciparvi. Queste attività prevedono l'attivazione delle istituzioni pertinenti le attività intraprese, costruzione di case e strade, agricoltura, trasporto e formazione. Poi l'insediamento si estende richiamando la popolazione prevista a mano a mano che le case sono costruite e prevedendo pure una progressiva differenziazione delle attività, che attivano le ulteriori istituzioni in modo da accrescere la complessità del sistema insediativo.
    Il progetto propone dunque queste sistemazioni, dove vediamo tutta l'area agricola che è necessaria per far vivere la pertinente comunità, con una piazza centrale, con le case degli agricoltori localizzate in modo da accedere ai campi andando a lavorare a piedi i . Sono distanze massime di un kilometro e mezzo, dunque distanze che si possono percorrere camminando. Vi sono immagini dove possiamo vedere il progetto a una scala maggiore, le case sono molto piccole, erano climatizzate e illuminate naturalmente, funzionavano con l'energia solare, con stanze all'aperto più che orti o giardini, visto che la produzione alimentare era vicina nelle aree che ho mostrato. La circolazione è organizzata in modo da distinguere le strade pedonali da quelle veicolari per offrire una cultura civica abbastanza articolata.
    Si trattava di una comunità di 3000 persone con 800 alloggi per le famiglie, di cui 1800 lavorano e gli altri 1200 sono vecchi e bambini, mediamente 600 bambini e 6oo vecchi. A parte gli agricoltori vi sono le altre case per artigiani e piccole manifatture, cui si aggiungono attività di servizio e commerciali. Accessibili dalle strade principali si trovano dei laboratori, delle fabbriche, e le strade girano intorno e si connettono agli altri borghi più prossimi.
    Naturalmente, se questa città cresce occuperà sia come edifici che come terreno alimentare un'area maggiore, usando il terreno che altre città meno dinamiche hanno lasciato libero, si tratta di pianificare la crescita in un modo ragionevole. Qui possiamo vedere gli otto componenti istituzioni, (Los & Pulitzer 1977) dove abbiamo disegnato anche il grado di autonomia possibile rispetto al terreno. Vi è qualcosa che possono fare localmente e qualcosa che deve venire dall'esterno, dagli otto gruppi di istituzioni, che ho descritto prima, possiamo comprendere subito le questioni implicate. Immaginiamo che questo valga sia per il corpo di una persona che per i corpi di una comunità simboli cui le persone appartengono. Tale corpo personale ha una certa autonomia perché dentro la pelle dell'organismo vi sono gli organi necessari a respirare, a far girare il sangue, ad alimentarlo mangiando perché possa fornire l'energia necessaria alle azioni che il corpo intende effettuare, ecc. Il corpo è dotato di tutti gli organi che sono necessari per consentirgli di decidere cosa fare nelle varie situazioni in cui si trova, e di attuare le decisioni che gli consentono di sopravvivere. Come per gli altri viventi, ogni organismo persona è aiutato dall'intelligenza della comunità cui appartiene, nel senso che decisioni e comportamenti sono regolati dai ruoli che, nelle varie età della vita, esso svolge nell'ambito di tale comunità. È sempre la comunità che sviluppa le pratiche condivise, selezionando quelle che l'esperienza sociale ha collaudato nel tempo e che costituiscono il patrimonio cognitivo delle specie o delle culture umane.
    Posso mostrare come le architetture referenziali spiegate sopra comunicano il significato delle varie istituzioni che operano in diversi siti culturali e climatici quando si tratta di alcune definite situazioni problematiche. Formulando una domanda attraverso i requisiti di un programma di progettazione che comporta una risposta, il progetto dovrebbe essere in grado di offrire una soluzione che non sposta le conseguenze della mancata o parziale uscita agli istituti a un livello più alto o più basso. Posso distinguere due principali situazioni problematiche: quelle della rigenerazione urbana, sia delle periferie che della città storica, e quelle della rigenerazione del paesaggio, di "re-appaesare" un "paesaggio" instabile.

    Figura 8. Una micro-città agricola sostenibile per il Sudafrica. I diagrammi (a sinistra) mostrano il grado di auto-sufficienza di un sistema reso sussistente attraverso otto componenti/istituzioni (organi) (vedi sopra, vedi anche la sezione 24) e il loro modello organico (sotto) (Immagine dello Studio Synergia, 2014).

    Figura 9. Progettazione sostenibile: un'architettura bioclimatica multi-scala. X, Y e Z sono tre possibili distretti. Su una scala diversa, l'immagine mostra le case a schiera (C), i loro tipi di facciata e i tipi di pianta delle due case (A e B) esposte a nord e a sud lungo la strada est-ovest. I tipi sono diversi in funzione dell'orientamento solare, quindi in questa architettura civica la facciata sud della strada è soleggiata mentre il nord è ombreggiato e ventoso; l'opposto di ciò che accade in Europa perché siamo nell'emisfero australe (Immagine di Studio Synergia, 2014).

    Figura 10. L'architettura civica è uno spazio urbano auto-controllato dove la comunità è sociale, sostenibile e sicura. Tiene d'occhio la strada dove gli spazi civici offrono molte opportunità di incontro, vale a dire mercato, negozi di artigianato, chioschi, gelati e caffè nonché un mix di servizi pubblici, ad esempio medico, educativo, security, et cetera (Immagine di Studio Synergia, 2014).

    Figura 11. Interazione tra la privacy della famiglia a casa e la vita della comunità pubblica negli spazi esterni pubblici questa è l'architettura civica. Dall'interno, si può controllare cosa succede fuori, cioè i bambini che giocano in strada ma non viceversa (Immagine di Studio Synergia, 2014).

    Figura 12. Questa casa è piccola, flessibile e auto-costruita riciclando materiale ad alta efficienza energetica. Le immagini mostrano la doppia asimmetria di questi edifici: un'asimmetria riguarda l'orientamento verso nord e l'esposizione a sud e l'altra riguarda la comunità, vale a dire lo spazio pubblico all'aperto e lo spazio interno privato.