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RESTAURO CONSERVATIVO DELLE TORRI EUR PER LA REALIZZAZIONE DEGLI HQ TELECOM

Concorso di idee su invito

RESTAURO CONSERVATIVO DELLE TORRI EUR PER LA REALIZZAZIONE DEGLI HQ TELECOM
  • Anno 2015
  • Luogo e Area Climatica Roma, Regione Lazio, Lat. 41°54’, clima temperato costiero
  • Gruppo selezionato: M. Brugia – BiCuadro (RO); P. Zuccala – Intertecno S.p.A.(RO); S. Los & N. Pulitzer -SYNERGIA (VI); G. Scicolone – Artelia Italia S.p.A.(RO); P. Palmulli AG&P (MI); E. Raimondi – PROJECTO (FI)

    Progetto Architettonico: SERGIO LOS, Università IUAV di Venezia & NATASHA PULITZER, SYNERGIA progetti

  • Collaborazioni: SYNERGIA progetti, CHIARA DAL MOLIN, ALICE BIASIA

  • Il bando evidenziava una situazione problematica assai diffusa nel territorio italiano, soprattutto riguardo la ricostruzione di edifici del dopoguerra, e la ricomposizione di aree che presentano caratteristiche periferiche, anche quando situate in contesti storici, come del resto è la zona dell'EUR. La documentazione qui presentata riguarda lo studio svolto da SYNERGIA quale contributo al concorso, solo parzialmente acquisita dal gruppo nella fase finale. Esso va considerato come un Progetto-Ricerca – una proposta multiscala per la transizione dal quartiere Torri EUR al Villaggio TELECOM. Le tavole descrivono la nostra proposta Architettonica Bioclimatica che, tenendo conto che tutti i corpi edilizi risultano ruotati di 27° rispetto a sud, riconsidera le facciate come differenziate in rapporto all'orientamento e al carattere dinamico e circolare dello scorrere delle ore e al variare delle stagioni; particolare attenzione è stata dedicata alla configurazione dei prospetti esposti a ovest, che a questa latitudine nei mesi estivi presentano problemi di surriscaldamento del microclima. Per approfondire ed esemplificare le varie tematiche bioclimatiche è stato assunto come modello di sperimentazione il corpo A quindi i risultati estesi anche alla torre - corpo D.I

    I testi critici che fanno capo a Casabella e ad autori come Quaroni e Zevi, evidenziano una posizione decisamente superata alla luce di una interpretazione sostenibile. L'argomentazione che parte dal presupposto di una rottura con il passato, apre un divario fra chi sostiene che l'architettura appartiene a un processo storico e distinguibile per l'area geografica/storica/climatica cui appartiene, e la tabula rasa che sostiene che ciò che era deve essere conservato, congelato, mentre si dà via libera a ciò che si fa di nuovo, sempre diverso, sempre più tecnologico. Il progetto originario di Ligini appartiene a una transizione che se da una parte apre verso lo sviluppo delle grandi città come Parigi e NY, con grattacieli e strutture in c.a., dall'altra compone le facciate ancora distinguendo fronti e retro, prevede una parete verticale composta da nervature verticali alternate da finestre. Sarà un passo successivo quello di sostituire con una facciata continua, a elementi orizzontali, prefabbricata e apparentemente con un costo minore. Allo stato attuale si vede esattamente il contrario: le facciate che durano sono quelle del corpo A e C mentre quelle delle torri (B, C, C1) sono state dismesse. Nell'introdurre concetti di qualità e sostenibilità e in linea con l'APPENDICE 2 del bando si legge: " la profonda componente tecnica di questa attività segna dunque una linea di confine molto, radicata tra l'architettura tradizionale (spesso solo visiva e di superficie) e l'architettura sostenibile, che in sintesi fonde competenze progettuali formali con tutte le discipline tecniche descritte..."
    E' ovvio che qui si allude all'architettura moderna, quella del dopoguerra; dall'architettura precedente l'uso del petrolio, negli impianti di climatizzazione - fine anni 50 - molto invece ci sarebbe da imparare, non ultima proprio dall'architettura stessa dell'EUR.