PIANO DI ZONA DI ESTE
- Anno 1971
- Luogo e Area Climatica : Este (PD), clima temperato continentale
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Progetto Urbanistico: SERGIO LOS, Università IUAV di Venezia
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Il piano particolareggiato del comune di Este, partendo dalla distinzione tra spazi pubblici e spazi privati, vede che in un primo momento lo spazio privato si affaccia su uno spazio pubblico che accoglie sia il traffico pedonale che quello veicolare.
Per un determinato periodo di tempo il livello delle interazioni funzionali è abbastanza basso e la struttura è in grado di sopportarlo. Raggiunto un valore di soglia, che identifichiamo col riempimento dei lotti con residenze e attività commerciali, la compresenza dei due tipi di circolazione nello spazio pubblico diventa un fatto negativo. Si procede allora a modificare la struttura, che permette così un'ulteriore crescita, portando il traffico automobilistico, al di fuori delle aree pubbliche iniziali, lungo nuovi tratti di spazio pubblico già appositamente vincolanti.
Ad ulteriori stadi di crescita del complesso di interazioni corrisponderanno ulteriori cambiamenti della struttura, con attrezzature che permetteranno il collegamento continuo di tutti i segmenti urbani che compongono il piano di zona, allargando così il campo di interazione degli abitanti. Si deve individuare inoltre una continua correlazione tra comportamenti degli abitanti e strutture costruite, cioè una circolarità tra costruzione e uso, in cui gli stati delle strutture costruite sopportano comportamenti e interazioni d'uso e ne sono a loro volta modificati, dando luogo a stati più complessi che consentono interazioni d'uso più complesse e così via, in una dinamica aperta di trasformazione dell'insediamento.
Se esaminiamo qualsiasi struttura urbana nella sua dinamica spontanea di sviluppo, notiamo che dopo un certo periodo di crescita si raggiungono valori di soglia al di là dei quali la struttura non aumenta.Solo un intervento che muti qualitativamente le strutture permette di superare tale arresto. È in corrispondenza di questi valori di soglia che deve intervenire l'urbanistica operando un mutamento qualitativo della struttura che ne consenta un'ulteriore crescita.
La struttura, attraverso la quale si opera, deve quindi presentarsi con un grado di flessibilità, nello spazio comune, che possa garantire tutto questo.
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