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BUILDING INNOVATION CENTRE DEL CNR

Ristrutturazione dell'area di ricerca del CNR a Padova nell'ambito del quale è stato svolto lo studio di fattibilità e progetto esecutivo del BUILDING INNOVATION CENTRE, primo edificio da realizzare nel Polo Scientifico Tecnologico di Padova per conto del CONSORZIO PADOVA RICERCHE

BUILDING INNOVATION CENTRE DEL CNR
  • Anno 1991-1993
  • Luogo e Area Climatica Corso Stati Uniti,4 - 35127 Padova, Regione Veneto, Lat. 45° 24’ N – clima temperato di pianura
  • Responsabili scientifici: SERGIO LOS, Composizione Architettonica, IUAV, RENATO LAZZARIN Istituto di Ingegneria gestionale Università di Padova, LORENZO FELLIN Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università di Padova.
    Gruppo di progettazione: Progetto Architettonico: SERGIO LOS, Progettazione esecutiva e coordinamento interdisciplinare N. PULITZER di SYNERGIA progetti;

  • Collaborazioni esterne: Calcoli strutturali: F.ZAUPA, docente di Scienza delle Costruzioni di Università Padova; Impianti meccanici: R.LAZZARIN

  • Il progetto ha concorso al Programma Thermie promosso dalla CEE nel 1992 per la realizzazione di edifici dimostrativi al fine di ridurre l'emissione di CO2 nell'ambiente ed è stato inoltre approvato in Comune di Padova, ma non è realizzato. Concepito prima di tutto come una "Architettura Intelligente", il progetto era dotato dielle più innovative tecnologie disponibili a quel tempo, per essere un esempio di "sistema intelligente" dotato di sistemi tecnologici in grado di fornire servizi complessi come: controllo climatico ambientale, controllo dell'illuminazione, controllo degli impianti elettrici, trasporto di persone e materiali, gestione dell'edificio, controllo presenze, sicurezza, antiintrusione ed antincendio, comunicazioni interne ed esterne, gestione dell'informazione, teletrasmissioni.

    Il progetto è concepito secondo una configurazione organizzata intorno a quattro corti che riprendere la logica insediativa delle università storiche come Padova e Pavia, e non un unico grande corpo edilizio compatto e isolato nel lotto come normalmente venivano progettati gli edifici per uffici e la ricerca nei parchi scientifici e tecnologici più diffusi nel mondo. Dal punto di vista dei contenuti formali, le facciate esterne, relativamente indipendenti da quelle interne, presentano differenti caratteristiche di leggibilità oltre che di funzionalità ambientale e costruttiva: le facciate rivolte a nord e a est sono visibili da lontano da chi passa in automobile, quella rivolta a ovest prospetta sul piazzale d'ingresso ben riconoscibile per chi arriva a piedi per entrare, quella rivolta a sud si affaccia su uno spazio verde ed è vista in pieno sole da coloro che sostano sul prato.
    La soluzione proposta consiste in un complesso a due piani il cui impianto edilizio è concepito a metà tra l'edificio e la cittdella, con quattro corti/piazze e una rete interna di percorsi. La copertura delle corti con vetrate apribili consente di regolare la compattezza dell'edificio – maggiore d'inverno e minore d'estate – per conseguire una climatizzazione naturale. L'organizzazione interna prevede una corona di laboratori, direttamente accessibile dalla strada anulare che gli corre attorno, e da una croce interna ospitante i servizi comuni e la direzione amministrativa.
    Nell'ala prospiciente l'entrata sono situati gli spazi a servizio del pubblico: la sala per i convegni e le esposizioni. Le corti facilitano le relazioni interne ed i portici, invece, quelle con l'esterno. L'affaccio dei vari laboratori e uffici su tali corti moltiplica le interazioni fra le persone, le occasioni di incontro e di scambio, senza compromettere la necessaria privatezza delle attività. Come le piazze cittadine, le corti inoltre, possono essere usate per concerti, feste e convegni. A integrazione delle grandi serre costituite da queste corti, viene utilizzata la superficie di tetto - molto grande per unità di volume climatizzato - che ne suggerisce un uso specifico per captare l'energia del sole.
    Il disegno delle facciate è pensato per comunicare una doppia asimmetria: quella ambientale rispetto al sole e quella sociale rispetto all'utenza. Rispetto all'orientamento, dunque, le facciate rivolte a sud sono dotate di ampi colonnati che schermano il sole estivo lasciando che entri nei mesi invernali, in quelle che prospettano verso nord, mancano le logge per proteggere meglio l'interno dai venti settentrionali; i prospetti orientali e, soprattutto quelli occidentali sono invece disegnati in modo da schermare, intercettare la radiazione solare nelle ore serali d'estate. Questa differenziazione delle aperture nelle facciate persegue anche una razionale illuminazione naturale, incentivando qualità ambientale degli spazi, e non solo per ragioni di economia energetica. A rinforzare l'uso della luce naturale sono i lucernari nel tetto che consentono di portare la luce in profondità fino al piano terra.